THE LIDO FLEET
Italian Liners 1922 - 1965


domenica 16 maggio 2010

SATURNIA e VULCANIA (1927-1928)


LE MERAVIGLIOSE MOTONAVI
SATURNIA e VULCANIA.
(1927-1928)



Il logo della compagnia di navigazione Cosulich Line di Trieste,
armatrice delle due bellissime motonavi.


SATURNIA.

Committente: Cosulich Line, Trieste.
Cantiere: Cantiere Navale Triestino (Cantieri Riuniti dell’Adriatico) di Monfalcone, Co. 160
Impostato: 30 maggio 1925.
Varato: 29 dicembre 1925.
Viaggio inaugurale: 21 settembre 1927.
Data fine: 7 ottobre 1965.

Dati tecnici.
Lunghezza: 192,50 mt.
Larghezza: 24,31 mt.
Immersione: 8,53 mt.
Stazza lorda: 23.940 tsl.
Stazza netta: 16.710 tsl.
Propulsione: Due diesel Burmeister & Wain 8 cilindri (840x1500 mm); 24.000 hp; due eliche.
Velocità di servizio: 19,25 nodi.
Velocità massima alle prove: 21,10 nodi.

Capacità d’imbarco nel 1927: 2.197 passeggeri in quattro classi.

Prima classe:           279 passeggeri.
Seconda classe:      257 passeggeri.
Classe Turistica:     309 passeggeri.
Terza classe:         1.352 passeggeri.

Equipaggio: 510 persone.





La SATURNIA in cantiere per il lungo e complesso lavoro di allestimento.


La SATURNIA in partenza da Trieste per il viaggio inaugurale verso
Rio de Janeiro e Buenos Aires.


La SATURNIA in navigazione verso i porti del Sud America.

La SATURNIA fotografata in navigazione a tutta forza dai ponti
del CONTE DI SAVOIA.


Una fotografia della SATURNIA successiva ai lavori di restyling del 1935.
Si nota appieno la bellezza delle proporzioni della motonave.


Pubblicità commissionata dalla Cosulich Line per l'entrata in servizio, sulla rotta del Nord America, delle due motonavi.


Un dipinto che ritrae la SATURNIA in arrivo a New York.



ALLESTIMENTI INTERNI.

A bordo della SATURNIA, destinata in origine alla rotta dell’America del Sud, il piano generale degli interni era stato affidato all’architetto triestino Arduino Berlam che, promotore all’epoca di un rinnovamento stilistico nel campo degli arredi navali, fu direttamente responsabile dell’allestimento degli ambienti di Turistica e Terza classe. Questi locali furono caratterizzati da chiarezza e continuità: gli elementi decorativi erano sobri e di origine secessionista: dominava l’impiego di legni naturali quali acero bianco, mogano, palissandro e rovere. Alla supervisione di Berlam si dovettero anche gli arredi nelle cabine di Prima classe e nelle cabine di classe Lusso: quest’ultime dotate ciascuna di veranda privata aperta sul mare, una novità assoluta nell’architettura delle navi passeggeri. Lo Studio Coppedè fu invece incaricato di realizzare gli arredi del Salone da Pranzo, del Salone delle Feste e della Rosticceria e l’ambientazione della piscina coperta in stile “Pompeiano”, così descritta da un cronista dell’epoca: “..Un’ampia vasca quadrata s’apre sotto il lucernario e vi si scende per gradini di marmo, e la circondano colonne di marmo, tavolini di marmo, sedili in marmo intramezzati da tripodi di bronzo che portano fiori. Le pareti sono tutte una ricca e audace policromia di atlanti grotteschi in marmo chiaro, di mascheroni di mosaici a tinte vive su fondi d’oro; gli impianti sono di marmo tassellati multicolori; i mobili con la loro tinteggiatura e i cuscini di cuoio verde imitano il tono del bronzo; le lampade sospese sulla piscina riproducono la testa bifronte di Giano..”. Al classicismo storicista di questo locale, si richiamava anche la decorazione del Salone da Pranzo che era ispirata, nella larga fascia marmorea con il motivo della greca alla base della cupola, al fregio del Partenone. A più consueti modelli di riferimento si appoggiavano invece il trionfo Barocco dello stile “Luigi XIV” nel Salone delle Feste, arricchito dal forte impatto cromatico delle tappezzerie e dallo splendore della grande cupola, e l’austero stile “Rinascimentale” della Rosticceria, caratterizzata da decorazioni pittoriche alle pareti e dagli inserti di ceramiche di Richard-Ginori. Al citazionismo dei Coppedè si accompagnava la sontuosità degli altri ambienti della classe di Lusso. In particolare, lo Scalone monumentale con la balaustra dorata, che collegava i diversi ponti della nave, era decorato con quattro pannelli dipinti a lacche del pittore Edgardo Sambo. Sempre nello Scalone, l’ornamento di maggior richiamo era dato da una statua in bronzo della dea Saturnia dello scultore Giovanni Mayer. Negli altri ambienti si riscontra l’esordio progettuale dello Studio Stuard di Pulitzer, responsabile dell’allestimento del Fumoir, in uno stile “Tudor” modernamente interpretato, e l’originalissima Galleria-Salotto “Tè-Room”, risolta nella favoleggiante interpretazione del “Romanticismo Neogotico”.





Alcuni dei bozzetti per gli allestimenti interni della SATURNIA.

Studio preliminare dei Coppedè per la Piscina coperta della SATURNIA (metà del 1925).


Bozzetto preliminare per i Saloni delle Feste a bordo della SATURNIA
e della VULCANIA.


Cartolina d'epoca che illustra il meraviglioso Salone delle Feste
a bordo della SATURNIA.


Dettaglio della parete di prua del Salone delle Feste.
Le decorazioni, fra cui spiccano le cariatidi, si commentano da sè..
Il tutto era in legno di quercia laccato in bianco avorio e rivestito a foglie d'oro.
La tappezzeria sullo sfondo era in velluto rosso ed oro.


La fantasmagoria decorativa del Salone delle Feste del SATURNIA.





















Festa nutturna, in una brochure pubblicitaria primi anni '30,
nel Salone delle Feste del SATURNIA.


Il Salone da pranzo della SATURNIA.
Alla base della cupola in ferro battuto e vetri ambrati era riprodotto
il fregio decorativo in marmo del Partenone.






Un particolare del Salone da pranzo con ben in vista il fregio marmoreo, copia fedele di quello del Partenone esposto al British Museum.


Bozzetto del dipinto commissionato dalla Cosulich Line nell'ambito della campagna
promozionale per l'entrata in servizio della SATURNIA.


Un estratto della brochure dedicata alle piacevolezze della Prima classe
a bordo della SATURNIA.



La Grand Hall di prua della SATURNIA, con lo splendido
lucernario in vetri a mosaico ed il sontuoso lampadario centrale.


Un dettaglio del bassorilievo in bronzo dorato posto sul ballatoio dello scalone.






Dettaglio dell'angolo salotto con caminetto nel Fumoir.
I pannelli parietali erano in rovere lucido con inserti in
vetro piombato e colorato.
Caminetto in marmo giallo di Siena.




Scene di vita, in una brochure fine anni '20, nella Piscina coperta.
Tutto l'ambiente era rivestito con marmi policromi e mosaici.
I vasi ai lati della vasca erano in onice con supporti in bronzo brunito.


















Veduta assiometrica di uno dei due Grandi Appartamenti Regali del SATURNIA.
Erano composti da ingresso con bagagliera, salotto, veranda privata, camera da
letto padronale doppia, camera singola con grande sofà e stanza da bagno.



due vedute della camera da letto padronale.



Le famose 38 Cabine di Lusso dotate di terrazzo-veranda privato.
Questa tipologia di sistemazioni sono state reintrodotte sulle navi
da crociera nei primi anni '90 come grande "novità mondiale"... 



Sala di soggiorno di classe Turistica.
Arrendata in stile Secessionista, risultava un ambiente moderno e confortevole,
soprattutto tenendo conto che era riservato ad una classe inferiore, dove sino
a pochi anni prima gli arredi erano ridotti al minimo indispensabile e gli impianti
decorativi non erano quasi neppure contemplati.




Prima o poi mi dedicherò a scannerizzare anche questa bellissima tavola che
riproduce le planimetrie dei ponti della SATURNIA riservati alla Prima classe. 



Veduta assiometrica di una delle 38 Cabine di Lusso con terrazzo-veranda
dopo i lavori di restyling del 1935-1936.











VULCANIA.




Committente: Cosulich Line, Trieste.
Cantiere: Cantiere Navale Triestino (Cantieri Riuniti dell’Adriatico) di Monfalcone, Co. 161
Impostato: 30 gennaio 1926.
Varato: 18 dicembre 1926.
Viaggio inaugurale: 19 dicembre 1928.
Data fine: affondata nella baia di Kaohsiung il 20 luglio 1974.

Dati tecnici.
Lunghezza: 192,05 mt. 
Larghezza: 24,31 mt.
Immersione: 7,46 mt.
Stazza lorda: 24.469 tsl.
Propulsione: due Diesel 8 cilindri Burmeister & Wain - CRDA (Fabbrica Macchine Sant'Andrea, Trieste); 24000 hp; due eliche.
Velocità di servizio: 19,25 nodi.
Velocità massima alle prove: 21,07 nodi.

Capacità d’imbarco: 1.665 passeggeri in quattro classi. 
Prima classe:                370 passeggeri.
Seconda classe:            412 passeggeri.
Classe Turistica:           319 passeggeri.
Terza classe:                 564 passeggeri.

Equipaggio: 510 persone.


In uscita dal porto di Trieste nel 1928.


In navigazione alla fine degli anni '20.


Ormeggiata alla Stazione Marittima di Trieste nel 1930. 



In porto a Trieste nella seconda metà degli anni '30.


In partenza da Trieste alla fine degli anni '20.


In bacino di carenaggio dopo i lavori di restyling del 1935.
Si può notare il nuovo bulbo inserito nella prua. 

 
La Vulcania in una cartolina della fine degli '20.


Nel 1942 con le insegne di nave ospedale durante la missione
di rimpatrio dei civili italiani dall'A.O.I. (Africa Orientale Italiana).



Una bella fotografia della Vulcania vista dal ponte Lido 
di Prima classe dell'Andrea Doria nel 1954.










sabato 15 maggio 2010

CONTE GRANDE (1928)

T/N CONTE GRANDE.


Committente: Lloyd Sabaudo, Genova.
Cantiere: Stabilimento Tecnico Triestino San Marco, Trieste. Co. 764.
Impostato:30 Ottobre 1926.
Varato: 29 giugno 1927.
Viaggio inaugurale: 3 Aprile 1928.

Dati tecnici.
Lunghezza fuori tutto: 198,81 mt.
Lunghezza al galleggiamento: 193,25 mt.
Lunghezza alle perpendicolari: 190,50 mt.
Larghezza massima: 23,77 mt.
Immersione a pieno carico: 8,121 mt.
Stazza lorda: 25.661 tsl.
Stazza netta: 17.518 tsl.
Propulsione: 2 gruppi turboriduttori, 12 caldaie Ansaldo S.A. e doppia elica; 26.400 shp.
Velocità di servizio: 21,00 nodi.
Velocità massima alle prove: 21,86 nodi.

Capacità d’imbarco nel 1928: 1.718 passeggeri in tre classi.
Prima classe:     578 passeggeri (332 letti bassi + 246 eventuali letti sovrapposti).
Seconda classe: 420 passeggeri (256 posti di Seconda classe + 164 posti di classe Turistica).
Terza classe:     720 passeggeri.

Equipaggio: 532 persone (36 Ufficiali, 66 di coperta, 62 di macchina, 260 di sala e cabina, 90 di cucina e 30 per servizi vari).


CARRIERA.

30 ottobre 1926: viene impostato per conto del Lloyd Sabaudo nel cantieri San Marco di Trieste.
29 giugno 1927: viene varato; il giorno successivo inizia la complessa opera d’allestimento.
23 febbraio 1928: salpa da Trieste al commando di Antonio Lena per il viaggio di consegna a Genova, con scalo a Napoli.
3 aprile 1928: parte per il viaggio inaugurale sulla linea espressa Genova - New York.
2 gennaio 1932: viene trasferito alla Italia Flotte Riunite; utilizzato per viaggi di linea da Genova sia verso il Nord America che il Sud America.
Primavera 1935: viene eseguito un restyling delle sistemazioni alberghiere, ed il numero dei passeggeri passa da 1.718 a 1.315 persone, di cui: 345 in Prima classe, 432 in classe Turistica e 538 in Terza classe.
9 giugno 1940: viene bloccato e posto in disarmo a Santos alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia.
22 agosto 1941: viene requisito dal governo brasiliano e affidato in gestione al Lloyd Brasileiro.
10 marzo 1942: il governo brasiliano lo vende al governo statunitense.
2 novembre 1942: torna in servizio, dopo aver subito notevoli lavori di conversione, come trasporto truppe U.S.S. Monticello.
29 marzo 1947: viene restituito ufficialmente al governo italiano e riprende il nome di Conte Grande. Sottoposto a lavori di ricostruzione a Genova, la stazza lorda scende a 23.841 tsl, mentre la lunghezza viene incrementata a 203,35 mt. La capacità d’imbarco è di 1.498 passeggeri: 215 in Prima classe, 333 in classe Cabina e 950 in classe Turistica.
15 luglio 1949: parte per il primo viaggio del dopoguerra sulla rotta Genova - Buenos Aires a noleggio della Società Italia (la nave rimarrà di proprietà dello stato italiano). In seguito verrà utilizzato occasionalmente anche per traversate sulla linea Genova - New York.
15 dicembre 1960: salpa da Genova per un unico viaggio straordinario a Sydney, a noleggio del Lloyd Triestino.
7 settembre 1961: arriva alla Spezia per essere demolito dopo 33 anni di onorato servizio.

Lo scafo del CONTE GRANDE nel momento del varo il 29 giugno 1927.


Subito dopo il varo mentre stà per esser trainato verso
la banchina per dare inizio ai lunghi e complessi lavori
d'allestimento.


Durante le prove in mare di manovrabilità nel golfo di Trieste.


Una bella immagine del CONTE GRANDE ripreso nel febbario del 1928
durante le prove di velocità nel golfo di Trieste.


Ormeggiato nel porto di Genova a fianco del CONTE ROSSO e
del CONTE BIANCAMANO nel marzo del 1928.

 
Il 3 aprile 1928 in partenza da Genova per il viaggio inaugurale
diretto a New York.


In uscita dal porto di Genova nel 1929.


Ormeggiato al porto di Alexandria, durante una delle lunghe crociere nel Mediterraneo,
nella primavera del 1934.



ALLESTIMENTI INTERNI.

Con la corsa al lusso sfrenato ingaggiato dalle nuove navi di “N.G.I.” e “Cosulich Line”, ed il livello già elevatissimo dello sfruttamento degli stili storici sui precedenti Conte Rosso, Conte Verde e Conte Biancamano, il “Lloyd Sabaudo” voleva fare qualcosa di più che permettesse alla sua nuova ammiraglia di accaparrarsi qualcuno di quegli aggettivi già esasperati con i quali erano stati presentati al pubblico internazionale gli arredi delle altre unità. Il tour de force dentro al Conte Grande fu strabiliante, un vero tripudio! A guardar le immagini degli interni parrebbe che lo Studio Coppedè e Armando Brasini, incaricati di progettare gran parte degli allestimenti di Prima classe della turbonave, avessero ingaggiato una furibonda lotta privata, esasperata oltre ogni ragionevole buon gusto, per fare del CONTE GRANDE l’unità più decorata che mai si fosse vista sui mari. Ma la loro esperienza e professionalità lascia chiaramente intuire che la filosofia alla base del loro progetto fosse essenzialmente ludica, alimentata da un’occasione unica per dare libero sfogo ad una sfrenata fantasia normalmente costretta dai limiti dei committenti: dallo stile “Pompeiano” allo stile “Etrusco”, dal “Moresco” al “Rinascimento”, dal “Indian Mogul” al “Japanese style”, sino agli stili “Arabo-Persiano” e “Precolombiano”, non venne lasciato sulla nave un centimetro quadrato che non fosse ricoperto da qualche elemento decorativo. Il motto imperante a bordo sembrava fosse “meglio eccedere in tutto che risparmiarsi in qualcosa”. Anche le belle strutture a vista delle passeggiate laterali, spesso dimenticate dalla furia degli architetti, furono rivestite da miriadi di materiali policromi diversi, con costole e puntelli occultati da dragoni cinesi dorati che reggevano enormi fiaccole. Il Conte Grande, di fatto, tradiva ogni precedente interpretazione scientifica degli stili architettonici storici, passando alla storia come il transatlantico più opulento, eclettico, sfarzoso, stravagante ed iperdecorato che mai abbia solcato i mari. Insieme allo Studio Coppedè e ad Armando Brasini collaborarono agli allestimenti lo Studio Stuard di Gustavo Pulitzer e lo Studio Monti di Milano.
Gli interni sbalordirono e meravigliarono i ricchi passeggeri americani, ricordandogli le più esotiche e sfrenate scenografie teatrali e cinematografiche, al punto da divenire la cornice di viaggio ideale per i grandi nomi di Hollywood e di Broadway, che affollarono regolarmente il Conte per i successivi cinque anni e mezzo: Gloria Swanson, Noel Conward, Pola Negri, Mary Pinkford e Douglas Fairbanks, Al Jolson, Paul Whitman, Ramon Novarro, Natasha Rambova, Clara Calamai, Ernst Lubitsch, Josephine Baker, Luis Zigfield, La Argentina, Charlie Chaplin, Buster Keaton, Cecil B. De Mille, Samuel Goldwin, ect.
Quasi da subito il Conte Grande divenne un punto di riferimento per il jet-set dell’epoca, rappresentando insieme al Ile de France della French Line un sinonimo d’eccellenza, distinzione e lusso. A bordo si respirava un atmosfera unica, fatta di sfarzo, stravaganza, mondanità e cucina superlativa, il tutto unito ad un servizio celere e signorile. Il bar, in pieno proibizionismo, era fra i più grandi e riforniti che si fossero mai visti sui mari. La vita di bordo si svolgeva all’insegna dei ruggenti anni ‘20, l’epoca del charleston e delle feste sfrenate, con un susseguirsi di ricevimenti notturni, balli in maschera, grandi tornei sportivi, concerti e balletti, sontuosi pranzi e sfavillanti banchetti di mezzanotte spesso organizzati sia all’aperto sul Lido sia attorno alla piscina coperta.
Il Conte Grande rappresentò l’ultima grande nave italiana allestita in base all’eclettismo decorativo: gli stupefacenti eccessi dei Saloni principali diedero la stura a feroci critiche ed aspre polemiche aprendo, di fatto, la strada all’applicazione di tendenze architettoniche aggiornate e di gusto moderno.



Lo spettacolare Salone delle Feste del CONTE GRANDE.
Esteso da murata a murata, copriva una superficie di ben 530 metri quadrati. 

Il Salone delle Feste allestito dallo Studio Coppedè - le stesse cronache non riuscirono a classificarlo, limitandosi a definirlo “senza stile prefisso ma d’ispirazione orientaleggiante” - apparve come l’acme del virtuosismo decorativo passato alla storia come Monumentale Coppedeiano “….è tutta una fantasmagorica policromia di stucchi, luci e colori. Le fonti luminose sono nascoste entro ceste di fiori, realizzate in vetro di Murano, sostenute da colossali tripodi in bronzo dorato e ferro battuto o portate da mensole applicate alle pareti: vetri e specchi centuplicano trasparenze e riflessi. Ma il clou della Sala sono l’uccelliera che s’apre nel bel mezzo di una parete dietro un’artistica grata, dove svolazza un variopinto nugolo di uccelli canori; dall’alto piove una luce quasi solare: dal basso vi zampilla una fontana in bronzo dorato. E poi il soffitto, che s’innalza verso l’alto ed evoca alla mente i palazzi dei Maharaja, con luccicanti balaustre di marmo rosa ed alabastro decorate a foglia d’oro e d’argento, sormontate da mirabolanti archi in stucco laccato ospitanti meravigliosi mosaici di vetro a temi floreali arabescati, cesellati nell’oro e nell’argento, retroilluminati a creare suggestioni di colori e sfumature….”.
Lo Studio Coppedè allestì in questa Sala una scenografia senza precedenti nella storia della decorazione degli interni navali, una fantasmagoria che si rifaceva allo stile Indian Mogul, producendo il disorientamento della vista, la stupefazione e l’abbaglio.





Una spettacolare fotografia a colori del Salone delle Feste in cui spicca
tutto lo splendore sbalorditivo delle decorazioni.



Il medesimo registro fu mantenuto nel Fumoir Club, allestito dai Coppedè ispirandosi al “Tardo Rinascimento Francese”, dove il monumentale camino in tarsie di marmoree, con fascioni, cariatidi e pinnacoli di legno rivestiti a foglia d’oro, dominava l’ambiente ricco di citazioni a cavallo fra saghe cavalleresche e fiabe arabeggianti. Grandi stucchi dorati sostenevano il lucernario centrale dalla volta arabescata e decorata con mosaici a paste vitree. Pannelli dipinti con temi cavallereschi di gusto medioevale ricoprivano le pareti laterali, alternati a rivestimenti in pregiate essenze lignee chiarissime, filettati in oro ed argento, mentre i soffitti laterali erano decorati da intarsi e rosoni, spartiti da sottili filettature in lapislazzuli, che facevano da cornice alle meravigliose plafoniere poliedriche e dai riflessi ambrati.

E' da notarsi l'incredibile lavoro d'intarsio ed intaglio del soffitto,
nonchè il pregevole lavoro di mosaico dei vetri del lucernario. 
Nel particolare sono degne di nota anche le plafoniere ai soffitti, eseguite con vetri ambrati
filettati in oro scuro ed argento.

Il scenografico caminetto del Fumoir, del tutto simile a quello in uso nei castelli
rinascimentali francesi.


Un altra foto con dettaglio del caminetto, fasciato al suo interno da maioliche policrome.





In una libera reinterpretazione dello stile del “Persiano” era allestita la Grand Hall Centrale, impreziosita da grandi arazzi in seta e da sottili pilastri rivestiti in onice, con capitelli decorati a foglia d’oro e filettati in argento. Il soffitto era semplicemente una mirabolante policromia di stucchi, cornici, controcornici, ghirlande e rosoni, che si dipanavano attorno alle plafoniere in vetro di Murano. Tappeti in seta, poltrone e divani erano decorati a temi floreali dai vividi e lucenti colori, mentre i tavolini erano laccati in bianco e oro.
Un immagine della Grand Hall Centrale presso la Loggia del sottostante Salone da pranzo.
Questo vastissimo ambiente di soggiorno si estendeva per ben 812 metri quadrati. 

La Sala di scrittura, come la Sala da gioco e la Sala da Té, erano collocate lungo le
gallerie laterali della Grand Hall Centrale, e rappresentavano ambienti di passaggio
integrati nell'insieme del vastissimo salone. 
Degni di nota i fantastici tappeti persiani in seta originali, e l'ancor più spettacolare
rivestimento delle pareti, eseguito con sottili lastre di onice rosa.


Il Grand Scalone di prua.
Collegava quattro dei sette ponti riservati alle sistemazioni della Prima classe.
Nel dipinto la rampa che porta dal Ponte B al Ponte A (detto anche di Passeggiata).


Il Salone da pranzo allestito da Armando Brasini fu definito dalla stampa un misto fra gli stili “Ellenistico, Romano Imperiale e Pompeiano”, ma in realtà si presentava come una liberissima composizione di citazioni greco arcaiche, romane imperiali, egizie e rinascimentali “….sulle pareti lastre di malachite, di un acceso verde smeraldo, e pannelli marmorei in vermiglioso rosso fuoco, convivo con decorazioni in bronzo dorato che ornano le balaustre, le ringhiere dello scalone ed il duomo, che s’innalza per ben tre ponti ed è avvolto da lucenti lastre in vetro di Murano decorate a motivi floreali. Filettature d’argento riquadrano gli scomparti delle boiserie in noce indiano lucido con tarsie in alabastro e quarzo rosa incisi da fregi che evocano i templi di Roma ed Atene, mentre i soffitti laterali sono arricchiti di bassorilievi rivestiti a foglie d’oro ed argento. Lungo le balaustre snelle colonne ottagonali, dai capitelli corinzi dorati, fasciate di malachite, marmi pregiati e lapislazzuli, s’alternano a lampade in ferro battuto, bronzo e vetri policromi, rese simili a fioriere arabescate….”.
Le due Sale da pranzo private erano invece allestite negli stili “Ellenistico”e “Beaux Arts”.




Il Giardino d’inverno, elaborato in un fantasioso stile “Indocinese”, era animato dalla presenza d’imponenti dragoni portafiaccole dorati e delicate lacche, realizzate su pannelli in porcellana dagli sfondi sfumati in oro, bianco e blu; poltrone, divani e tavolini erano disegnati da Carlo Bugatti e d’ispiravano alla visione cubista e modernista in voga in quegli anni.




La piscina coperta, in un reinventato “Japanese style”, presentava un ampio uso di lacche rosse e legni traforati e un’illuminazione indiretta, realizzata attraverso un velario che voleva dare l’illusione di un giardino orientale. Il tutto sposato ad un ponticello laccato rosso fuoco, che attraversava la piscina di 14 mt per 5,6 mt, ad una fontana a forma di tartaruga rivestita di tarsie in giada verde smeraldo, posta di fronte ad un vasto dipinto a lacca che riproduceva una veduta del monte Fuji (dietro al quale si trovava il palco per l'orchestra). A completare l’arredo due leoni cinesi dorati, quattro angoli-salotto realizzati con tavolini e poltrone di vimini naturale o tinto nelle sfumature del verde, del rosso e del giallo oro, ed infine il Bar con "terrazza" sulla vasca, realizzato con un mosaico composto da una dozzina d'essenze lignee pregiate differenti. 



La piscina coperta era spesso usata per effervescenti feste notturne, come si può
vedere in questo bel dipinto pubblicitario dell'epoca.




Due manifesti pubblicitari commissionati dal Lloyd Sabaudo per celebrare
i suoi gloriosi "Quattro Conti".
 




PIANI GENERALI (1928).

I piani generali del CONTE GRANDE risalenti alla sua entrata in servizio nel 1928.  


Ponte Sole - Sun Deck.

Ponte Lance - Boat Deck.

Ponte A - Promenade Deck.

Ponte B - Social Deck.

Ponte C - Main Deck. 

Ponte D - "D" Deck.

Ponte E - "E" Deck.

Ponte F - "F" Deck.

Ponte G - "G" Deck.